“La vita ogni tanto è una fiaba che merita un lieto fine. Anselma è una maestra in pensione, vedova, anziana, sola, confinata da anni – prima dal marito, poi dai figli – in un’esistenza grigia che non sembra nemmeno vita. Poi, in un’afosa sera d’estate, scorge accanto a un cassonetto dei rifiuti un magnifico pappagallo abbandonato, e decide d’impulso di portarselo a casa. Da quel momento tutto cambia: se prima l’incantesimo di un mago malvagio pareva aver imprigionato lei e il suo mondo in una morsa di gelo, adesso il ghiaccio che era sceso nel suo cuore, e mentre Anselma si occupa dell’ospite inatteso riaffiorano ricordi che credeva perduti. L’affetto per l’amica del cuore dell’adolescenza , le illusioni e il disinganno del matrimonio, gli entusiasmi – e la brusca conclusione – della sua carriera di maestra. Grazie al pappagallo Luisito, Anselma ritrova la voglia di vivere che il mondo aveva cercato di farle dimenticare. Ma dovrà difendersi dai soprusi di chi non sopporta, per indifferenza o per animo malevolo, la sua felicità. Da una notizia di cronaca sepolta da anni nella memoria è germogliata una storia che Susanna Tamaro si è trovata in mente, del tutto formata, una mattina di fine giugno. E’ un piccolo romanzo sulla forza dei sentimenti e del potere salvifico dell’amore. E’ una favola moderna che ha colto di sorpresa prima di tutto la stessa autrice, e che commuoverà e divertirà i suoi lettori.”

“Chiunque abbia amato il suo cane sa di cosa parla questo libro. E’ una storia vera e racconta di una grande amicizia, di tenerezza e dolore, di lealtà e tenacia. E, più di tutto, racconta di una speranza incrollabile. E’ la storia di un cane straordinario, Hachiko, del suo padrone, il professor Ueno, e di un appuntamento mancato in una stazione di Tokyo. Di un’attesa paziente durata dieci anni e di una fedeltà senza eguali, che ha commosso il Giappone e il mondo intero. Ancora oggi la statua di Hachiko, nella piccola stazione pendolare del quartiere di Shibuya, è uno dei monumenti più visitati di Tokyo. Perché nessuno è immune al fascino di questa storia, e chi vi si imbatti impara almeno una cosa: quando un cane ama il suo padrone, non c’è niente che non farebbe per lui.”

Questi due libri li ho voluti mettere insieme perché per molti aspetti si assomigliano.
Parlano, infatti, dell'amore reciproco fra un pappagallo e la sua padrona, nel primo caso e di un cane e il suo padrone, nel secondo.
Sono due storie bellissime, strappalacrime.
Forse mi è piaciuto di più Luisito perché la descrizione della maestra in pensione mi ha fatto pensare a quante persone sole ci sono e bisognose di un po' d'affetto. E anche solo la vicinanza con un animaletto potrebbe farle stare meglio, potrebbe renderle più vive e più felici.

Domanda: se hanno fatto il film su Hachiko perché non lo fanno anche su Luisito? Viva gli scrittori italiani!

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