Corna, stra-corna e ri-corna, ma anche questo secondo mese dell’anno proprio malaccio non è andato. Di salute sto bene. Il controllo dal chirurgo è andato bene e ora aspetto marzo per gli esami di controllo trimestrali. Prima la mia vita era scandita di ventun giorni in ventun giorni per via della chemio. Ora di tre mesi in tre mesi
Per un mese ho rinunciato a tante, tante cose. Mi sono privata di tante prelibatezze. Ho mangiato quasi esclusivamente verdura e bevuto litri di acqua. Non è stato facile per niente, ma ho cercato di tirar fuori tutta la mia buona volontà e determinazione. E oggi, a distanza di un mese, mi sono pesata: non ho perso neanche un grammo. Vaffanculo
In questo momento (dopo TRE – e dico TRE – mesi dall’ultima operazione) dichiaro ufficialmente chiusa la ferita della mia tetta destra. Stop con le medicazioni. Secondo me la tetta sana me l’ha voluta far scontare… “Ma come? Io che sono sana, mi levi?” deve aver detto… “E ora vedrai quanto tempo ci metto io a chiudermi! Ti pentirai
A me, tutto sommato, questo 2010 non mi pare poi così malaccio. Diciamo che è cominciato benino, si può sempre migliorare e anche molto, ma per ora va bene così. La salute… se tralasciamo la pigrizia delle mie ovaie e questa menopausa che non se ne va… beh, per il resto sto bene. La ferita si sta chiudendo. Gli effetti
Non può essere allergia. Sembra unombra. Di dietro bucano… SARANNO MICA I CAPELLI CHE COMINCIANO A RICRESCERE?!?!!?!??!
Mi fa male il petto. Mi fa male il braccio sinistro. Ci vedo poco e male. MA CHI SE NE FREGA?!?! E lultimo ciclo! Lultimoooooo!!!
La mia Amicabrown si sta ribellando. Quando l’ho comprata mi stava mooooooolto antipatica. Poi ho cercato di farmela amica. E così è stato. Per mesi e mesi l’ho agghindata con fermaglini e cerchietti di tutti i colori. Era la mia – inseparabile – Amicabionda. Poi, non essendo io bionda naturale (ma va?!) e con la prospettiva che prima o poi
Come vorrei mettermi una maglietta sbracciata o una canottierina, ma non posso, si vedrebbe la cicatrice. Come vorrei mettermi un paio di scarpe aperte, ma non posso, non ho le unghie dei piedi. Come vorrei tirarmi indietro i capelli o legarli, ma non posso, si vedrebbe che è una parrucca. Come vorrei andare al mare, abbronzarmi un po’, ma non
Ho giocato il settimo gettone. La giostra di Livorno era sempre la stessa: stessi odori, stessa poltrona, stesse infermiere, stessi "colleghi" verdi brutti e spellacchiati. E molto infastiditi dal mio sorriso, dalle mie chiacchiere con le infermiere, dalla mia tranquillità. Ah, se solo sapessero in realtà come mi sento… Mi hanno mandato le flebo in una vena nuova, sana, relativamente
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